Belgio, teste di cavallo e party allucinogeni. Josette Ponette (in arte Josy & The Pony) incontra i The Poneyman – gente che suona con una maschera da cavallo –, con l’intento di gettare una coltre di erotico non-sense su tutta la Surf music; sarà quella mascherina da scambista che indossa Josette, sarà la lingua francese. Resta il fatto che il loro esordio “Hippodrone Club” si candida fin dal primo ascolto come colonna sonora perfetta per un tour delle abbazie – in Belgio, la birra, avete presente no? – con tappa serale in qualche che strip club (o abitazione, che fa molto Eyes Wide Shut) accompagnati dai migliori papponi di Anversa.
Fin dall’opener “Louis Stallone 007” – la spy story che non t’aspetti – il Surf mood è settato su “infinito”, nel senso dello spazio siderale, o della follia nel cervello di questi pazzoidi. Ah! se solo i B-52’s potessero sentirli – in realtà ci speriamo –, quante serate passeremmo ballando come aragoste sotto lsd o come degli “Ânesse Topless“: follia pura. Musicalmente, immaginate i La Femme drogati marci che flirtano con la band di Cindy Wilson all’ippodromo, e capirete di cosa stiamo parlando. Specialità messicane per video amateur che non troverete su youjizz.
Con “Horses & Whores” emerge una certa aggressività à la Pixies, gradita variazione sul tema e calzante intermezzo grintoso – no, non ci sono rimandi alla cicciolina nazionale. “Let’s Beer? Ok Pony” sfiora dei Deus in italiano giusto il tempo di comprendere l’antifona (nel ritornello): “non abbiamo bisogno di scuse per bere un’altra birra” – tra l’altro il pezzo vede la partecipazione del mistico Barako Bahamas, che se riuscite a spiegarmi chi è mi fate un piacere. Tastiere, fiati e yèyè per lobotomizzati. Impossibile non amarli alla follia.
Alessandro Rossi (Rocklab.it)